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Funziona meglio una cura farmacologica o la psicoterapia?

Immagine del redattore: Lorenzo RizzieriLorenzo Rizzieri

I risultati degli studi comparativi tra cure farmacologiche e psicoterapie, indicano che la terapia cognitivo-comportamentale consegue i medesimi esiti dei medicinali nel trattamento dei “disturbi non-psicotici” (disordini che non comportano perdita di contatto con la realtà, come disturbi schizofrenici o maniacali), ma lo fa con effetti più duraturi e senza conseguenze collaterali problematiche come quelle dei farmaci.

La ricerca riporta che i farmaci funzionano nella maggioranza dei casi, ma lo fanno solo per la durata della loro assunzione, mentre la psicoterapia riduce il rischio di una ricaduta del sintomo, dopo la fine del trattamento.

I farmaci psichiatrici trattano i sintomi, ma non curano i disturbi, mentre mediante la psicoterapia cognitivo-comportamentale si apprende come ridurre il rischio che il disturbo ritorni.

Le persone con sintomi più gravi possono beneficiare dei farmaci aggiunti alla psicoterapia, in particolare depressione, disturbi ossessivo-compulsivi e iperattività. Per i disturbi meno gravi, le evidenze positive risultano efficaci nella stessa misura dei farmaci e per alcuni disturbi sono perfino superiori.

I farmaci funzionano più rapidamente della psicoterapia (in genere sortiscono effetti dopo un paio di settimane) e il loro utilizzo in combinazione o in sequenza alla psicoterapia potenzia notevolmente i risultati finali.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale rappresenta quindi un'alternativa valida ai farmaci per persone con disturbi non-psicotici nella maggior parte dei casi. Tuttavia, ci sono indicazioni in cui l'assunzione di farmaci potrebbe minare gli effetti duraturi della psicoterapia per alcuni pazienti.

Esistono però molti problemi della vita che non sono classificabili come disturbi psichiatrici. Ad esempio, persone che sono inclini alla rabbia o agiscono impulsivamente oppure si sentono confuse, per cui non sanno che decisioni prendere o come gestire determinati conflitti. Tutte queste problematiche non necessitano di interventi psichiatrici e beneficiano maggiormente della psicoterapia.

Inoltre, è importante considerare che alcuni farmaci potrebbero creare dipendenza. La maggior parte delle persone si affida al proprio medico curante che perlopiù prescrive farmaci psicoattivi, mentre poche persone si consultano con uno psicoterapeuta. Di conseguenza, il consumo di psicofarmaci è in aumento, soprattutto per problemi come la depressione e l'ansia. Da un lato ciò è positivo perché consente di risolvere rapidamente problemi che altrimenti potrebbero rimanere non trattati. Dall'altra parte, questa tendenza può rappresentare un'opportunità persa, in quanto i farmaci non risolvono la propensione emotiva a diventare ansiosi o depressi.

Molte persone evitano di approfondire le cause psicologiche dei loro disturbi, rischiando di diventare dipendenti dai farmaci, senza neppure considerare soluzioni altrettanto efficaci e più durature. Il medico curante fa riferimento ad uno psichiatra per disturbi psichici gravi – giustamente - ma molte persone con disturbi non psicotici come depressione, ansia o stress gioverebbero molto o maggiormente dagli apprendimenti che si sviluppano nella psicoterapia.

In conclusione, la letteratura internazionale attuale indica con chiarezza che gli interventi cognitivi e soprattutto comportamentali possono produrre benefici comparabili a quelli dei farmaci, senza però presentare gli stessi rischi ed effetti collaterali di questi ultimi. Quando i sintomi sono più gravi, la psicoterapia cognitivo-comportamentale combinata al trattamento farmacologico risulta più efficace.

Alcune fonti internazionali su questo tema:

http://bjp.rcpsych.org/content/177/2/138

http://www.nytimes.com/2011/03/06/health/policy/06doctors.html?_r=0

http://www.jad-journal.com/article/S0165-0327(15)30247-0/fulltext?cc=y=

https://www.bpc.org.uk/about-psychotherapy/evidence

http://www.cochrane.org/CD005332/DEPRESSN_medication-psychotherapy-or-a-combination-of-both-in-treating-body-dysmorphic-disorder

http://www.annfammed.org/content/13/1/56.full

https://aspe.hhs.gov/report/strategies-measuring-quality-psychotherapy-white-paper-inform-measure-development-and-implementation

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